Renato Mambor. Il Masso Inamovibile
Curator: Roberto Capitanio
Roberto Capitanio Software Engineer
Nei “Dialoghi”, la raccolta di testimonianze su San Benedetto scritta da papa Gregorio Magno, troviamo un episodio emblematico della vita del Santo intitolato “Il Masso Inamovibile”, che descrive la continua contrapposizione bene/male.
«Un giorno, mentre i monaci costruivano i locali del nuovo monastero, c’era là in mezzo, a terra, un masso che essi decisero di sollevare per utilizzarlo nella costruzione. Ma in due o tre non riuscivano a smuoverlo, e anche quando si aggiunsero altri fratelli, restò così fermo, come se fosse trattenuto a terra da radici. Risultò dunque chiaro a tutti che su di esso sedeva proprio lui, l’antico avversario [il diavolo], visto che anche le mani di tanti uomini non riuscivano a smuoverlo. Di fronte a una tale difficoltà, mandarono a chiamare il santo [Benedetto] perché scacciasse il nemico con la preghiera e potessero così sollevare il masso. Egli accorse subito e, mentre pregava, tracciò un segno di benedizione. Immediatamente il masso fu sollevato come se prima non avesse avuto alcun peso». (S. GREGORIO MAGNO, Dialoghi II,9)
Il masso di cui si parla in questo episodio della vita di san Benedetto può essere assurto a “metafora” dei tanti massi o pesi che, per un motivo o per l’altro, gravano sull’animo dell’essere umano.
Poiché il presente racconto ha una connotazione teologico-cristiana, sullo sfondo è possibile intravedere la contrapposizione bene-male, ossia la lotta tra il credente che conduce la propria esistenza alla luce di Dio, da una parte, e il Maligno che, dall’altra, gli si contrappone, ostacolando in ogni modo il cammino.
Da queste considerazioni scaturisce la necessità di un continuo dialogo interiore che ognuno di noi deve affrontare, e del rigore necessario che esso richiede. Questi due temi, il dialogo interiore e il rigore, sono adatti a rappresentare, almeno in parte, il particolare stato d’animo con cui ciascuno di noi ha dovuto convivere con le tragedie causate dalla pandemia ancora in corso [il dialogo interiore] e con la gioia seguita alle tante restrizioni e sacrifici [il rigore] a cui siamo stati sottoposti e che hanno consentito di controbattere il CoronaVirus. In questo caso il male è stato impersonato dalla pandemia e il bene dalla nostra perseveranza. Ma anche nella recente crisi energetica troviamo gli spunti per individuare “il masso” abbattutosi sui territori colpiti dalla siccità (il male) e contestualmente la perseveranza che stanno dimostrando di avere le popolazioni a difesa del loro territorio (la fede).
Da tutto ciò nasce l’idea della mostra che si terrà nei prossimi mesi all’interno del Museo dell’Abbazia di Montecassino, ovvero il desiderio di voler rappresentare “visivamente” il continuo confronto interiore e il rigore necessario per combattere le avversità. A tale scopo sono state utilizzati alcuni capolavori di Renato Mambor, un artista le cui opere sono basate appunto su un rigore progettuale che rimanda costantemente al concetto di “interconnessione per il superamento degli ostacoli”. Questa caratteristica obbliga il fruitore ad una forte riflessione interna e, in molti casi, lo conduce verso una piacevole esperienza di trascendenza.
Tra le tante opere sarà esposta nel chiostro di Sant’Anna dell’Abbazia di Montecassino anche l’installazione “I raccoglitori di pioggia”, formata da alcune sagome di metallo, ognuna di un diverso colore basato sulle sfumature dell’azzurro. Le sculture della installazione si presentano, ognuna di esse, con una vaschetta/grondaia in grado di raccogliere la pioggia da cui fuoriescono due tubi di rame che riportano l’acqua piovana nella terra.
Questa opera, nel suo complesso, presenta il ciclo naturale dell’acqua e pone una riflessione molto attuale sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente e più profondamente sollecita la consapevolezza della continua trasformazione degli elementi vitali e della loro perenne interrelazione con gli altri elementi presenti in natura. Essa, peraltro, tenuto conto delle scelte cromatiche adottate da Mambor costituisce un forte e suggestivo dialogo poetico fra il cielo e la terra.
“I raccoglitori di pioggia” sono stati già esposti in occasione di mostre importanti come quelle tenute nel 2017 nell’Isola di San Servolo di Venezia e nel 2021 nell’Orto Botanico di Brera a Milano.
Le opere del maestro Mambor, appositamente selezionate dal curatore Roberto Capitanio, conterranno dei continui riferimenti alla unitarietà della fede e della perseveranza, principi basilari su cui si basa la comunità monastica.
La mostra sarà fruibile dal 17 luglio 2022 al 30 ottobre 2022.